{"version":"1.0","provider_name":"corsivimistiallabrace","provider_url":"http:\/\/corsivimistiallabrace.wordpress.com","author_name":"vostroaffezionatissimo","author_url":"https:\/\/corsivimistiallabrace.wordpress.com\/author\/vostroaffezionatissimo\/","title":"La psichiatria, e il cosiddetto \u201cbisognoso di cure\u201d…","type":"link","html":"

\u201c<\/span>Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza!\u201d <\/span>I. Kant<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Per la chiesa cattolica il peccatore non \u00e8 libero nelle sue scelte. Infatti egli \u00e8 \u201ccattivo\u201d ossia captivus diaboli : <\/i><\/span>\u2018prigioniero del diavolo’ . Analogamente per la psichiatria il cosiddetto \u201cmalato\u201d non \u00e8 libero : per ragioni irrazionali e francamente incomprensibili egli\/ella non sarebbe un soggetto dotato di libero arbitrio, o quantomeno: lo sarebbe solo in quanto e per quanto si riconosce come malato, desidera \u201ccurarsi\u201d, vuole raggiungere la \u201cserenit\u00e0\u201d etc.. Questa distinzione tra \u201cpsichicamente sani\u201d e \u201cpsichicamente malati\u201d al netto della sua natura discriminatrice potrebbe -per assurdo- anche e persino avere un (suo) senso se l\u2019esperimento Rosenhan (1) non avesse dimostrato che neppure uno psichiatra \u00e8 davvero in grado di distinguere tra \u201cle pecore e le capre<\/span><\/span><\/span>\u201d.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Manca infatti nella realt\u00e0 (2) uno di questi stati: ossia la supposta (uso il termine in voga qualche anno fa)\u00a0 \u201cmalattia mentale\u201d. Solo nella condizione nota come \u201ccoma\u201d, un essere umano \u00e8 realmente \u201cincapace di intendere e di volere\u201d, tutti gli altri : \u201cvogliono\u201d, e qualcosa persino \u201cintendono\u201d (anche se normalmente \u201ccomprendono\u201d molto poco), persino i neonati, che sanno benissimo cosa vogliono, e riescono persino a comprendere alcune delle cose fondamentali come il bisogno di cibo e il modo di richiamare l\u2019attenzione altrui.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Ancora pi\u00f9 arbitrari sono i termini che si sono affermati in seguito. Attualmente si cerca di parlare ad es. di \u201csofferenza psichica\u201d invece che di \u201cmalattia mentale\u201d. Oppure ancor pi\u00f9 arbitrariamente e genericamente si parla di \u201cpersone bisognose di cura\u201d. Lo schiavo, ovviamente un soggetto che per definizione non \u00e8 autonomo, oltre ad dover essere efficiente nel suo ruolo subalterno, deve anche essere sorridente per non turbare la digestione ai padroni. Inoltre, c\u2019\u00e8 chi sa meglio del soggetto stesso quale sia il suo bene e come raggiungerlo, altrimenti non vivremo tutt* in una societ\u00e0 capitalistica e oppressiva. Ma la genericit\u00e0 di questi nuovi termini (sul tema \u201csofferenza\u201d torner\u00f2 in seguito), fa da contrappeso a dei modelli ideali di comportamento e di relazioni sempre pi\u00f9 stringenti (DSM 4 e 5) e omnicomprensivi, tanto che ormai qualsiasi comportamento potrebbe essere definito come \u201cpatologico\u201d. Persino tra gli psichiatri (3) esiste chi mette in dubbio la necessit\u00e0 di una tale stringente e omnicomprensiva categorizzazione, segno che essa sta diventando non pi\u00f9 funzionale alla formazione e al mantenimento -in ruolo ovviamente subordinato \u2013 degli schiavi del Capitale.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Ovviamente come ogni teoria utilizzata a fini repressivi, la psichiatria dispone dei mezzi ideologici e pratici per auto \u2013 convalidarsi. E quindi cerca “in primis” di concretizzare l\u2018assenza di libero arbitrio che essa vorrebbe che esistesse \u201cdi natura\u201d nelle persone ad essa soggette. Di qui la \u201cnecessit\u00e0\u201d delle \u201ccure\u201d. Di qui una moltitudine di mezzi coercitivi che culminano nel Tso, ma che partono in realt\u00e0 dalla societ\u00e0 in cui la psichiatria opera (pressioni familiari, economiche, lavorative\u2026). Questi mezzi coercitivi, nella societ\u00e0 sono \u201cgenerici\u201d, con la psichiatria diventano molto specifici. Il soggetto non deve e quindi non pu\u00f2 \u201cfare da s\u00e9\u201d. Il serpente si morde la coda. Gli strumenti veri e propri della psichiatria si caratterizzano infatti per cercare di togliere specificatamente appunto la capacit\u00e0 (e\/o la volont\u00e0) del soggetto di autodeterminarsi; capacit\u00e0 e volont\u00e0 che secondo la psichiatria sono gi\u00e0 escluse ( e spesso: a priori ) dall\u2019 esistere nel soggetto. Questi strumenti partono dai farmaci, generalmente portatori di dipendenza fisica, per arrivare a \u201cterapie\u201d basate sul \u201cdialogo\u201d (che come vedremo possono -in questi casi- anch\u2019esse venire considerate come una vera e propria tortura, e che comunque hanno lo stesso scopo dei farmaci, ossia di far mutare qualcosa nel\/al soggetto, sotto un qualche \u201cindirizzamento\u201d dall\u2019 esterno). <\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Il metodo per eccellenza -per contrastare l\u2019autodeterminazione del singolo- rimane per\u00f2 quello stesso di propagandare un modello di comportamento e di relazioni, arbitrariamente definito come \u201csalute mentale\u201d, che non necessariamente rispecchia la volont\u00e0 (o la natura) del singolo stesso. A questo modello tutt* devono conformarsi, pena l\u2019essere considerati \u201cumani di serie B\u201d, bisognosi di cure, incapaci di autodeterminarsi, e possibilmente da sorvegliare, se non \u201cda instradare\u201d quantomeno con \u201cil dialogo\u201d, se non con farmaci, quando non con la contenzione fisica o l\u2019elettroshock (metodi entrambi tutt\u2019ora usati in Italia).<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Il modello ideale di comportamento e di relazioni a cui tutt* devono conformarsi viene giustificato \u201ca posteriori\u201d, in tanti modi. Adesso \u00e8 di moda la giustificazione bio-chimica. Questa, come ogni giustificazione a posteriori (infatti le diagnosi psichiatriche non partono dalla constatazione della presenza di determinati squilibri bio-chimici nel soggetto), \u00e8 persino accusabile di essere \u201cin mala fede\u201d. Il problema per\u00f2 non \u00e8 che un determinato modello di comportamento e di relazioni venga giustificato con la bio-chimica piuttosto che con altro, il problema \u00e8 che di nuovo, porre un qualsivoglia modello come quello a cui tutt* devono conformarsi, volenti o meno, \u201ccosti quel che costi\u201d, rende (\u201csinergicamente\u201d ad altri fattori) la psichiatria \u201cmero strumento repressivo\u201d, nei fatti, a prescindere dalle intenzioni anche lodevoli di taluni psichiatri.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Di sfuggita devo comunque notare che la giustificazione bio-chimica delle \u201cterapie\u201d (notare le virgolette) psichiatriche rischia per\u00f2 di peggiorare le valenze normativo-repressive delle terapie in campo neurologico (si pensi ad es. ai malati di Alzheimer). Di questo non mi occuper\u00f2 nel presente scritto, rimandando il tema ad una trattazione \u201ca s\u00e8\u201d.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Sulla base della mia, certo parziale e relativa esperienza, metter\u00f2 con la massima sistematicit\u00e0 a me possibile \u201cnero su bianco\u201d alcune considerazioni che ritengo (a torto o a ragione) di una certa necessit\u00e0 sui temi della psichiatria e della cosiddetta \u201csalute mentale\u201d in generale. Lo scopo principale di questa esposizione (spero) ragionata \u00e8 offrire \u201cun framework\u201d di strumenti teorici e qualche considerazione pratica \u201cfarina del mio sacco\u201da chi si opponga all\u2019 azione repressiva. <\/span><\/span><\/span><\/p>\n

A)Considerazioni preliminari:<\/b><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Esistono delle comuni \u201cpietre d\u2019inciampo\u201d filosofiche, errori comuni che rendono pi\u00f9 facile l\u2019opera repressiva non solo della psichiatria, ma di tutto \u201cun apparato\u201d che si autodefinisce come \u201cassistenziale\u201d. Cercher\u00f2 di essere sintetico…<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

1)Le scelte che facciamo<\/b><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

La “pietra d’angolo” del rispetto umano \u00e8 rendersi conto che qualsiasi scelta (conscia o inconscia) fatta da qualunque persona \u00e8 “valida” e “degna di rispetto” quanto le scelte che abbiamo fatto te e io. L’assassino che uccide per il piacere di farlo, e il santo cattolico che vive nella miseria, ha le stigmate sulle mani e soffre per i peccati del mondo, insieme alla rockstar che grida a tutte le ore e al monaco ortodosso che ha fatto voto di silenzio e contempla immobile tutte le cose, hanno fatto tutt* delle scelte che dobbiamo rispettare e accettare, anche se non le condividiamo, quanto quelle dell’ impiegato dell’ufficio accanto. La maggior parte delle scelte fatte da chiunque, viene presa non in maniera cosciente (si legga ad es. il famoso libro \u201cI persuasori occulti\u201d di Vance Pakard, se se ne vuole una dimostrazione \u201cspicciola\u201d), il grado di consapevolezza con cui viene fatta qualunque scelta \u00e8 sempre talmente basso da non consentire un giudizio \u201cdi selezione\u201d su di queste basato \u201csulla maggiore o minore consapevolezza\u201d di una scelta, anche se in casi abbastanza particolari (l\u2019adesione delle masse al nazismo o al fascismo) la mancanza di consapevolezza dell\u2019individuo aggrava ( e non alleggerisce) la responsabilit\u00e0 del singolo individuo. Se ci si rende conto del nostro (di noi \u201cosservatori\u201d) grado di soggettivit\u00e0 e se non si hanno pretese di \u201coggettivit\u00e0\u201d, si pu\u00f2 parlare di \u201ccondivisibilit\u00e0\u201d, si pu\u00f2 anche parlare di \u201ccomprensibilit\u00e0\u201d etc. Esiste un giudizio \u201cpolitico\u201d che rimane fondamentalmente \u201cnostro\u201d e che anche per questo non vogliamo \u201cesportare\u201d dentro coloro che non la pensano come noi, esiste un giudizio morale basato su convinzioni che sono \u201cpar excellence\u201d persino incomunicabili con l\u2019altr*, possiamo persino chiederci quali siano le ripercussioni sociali di queste scelte, ma rimane (e deve essere continuamente ribadito) il punto da cui sono partito: l\u2019assassino, l\u2019impiegato di banca, il monaco, Sid Vicious, Maurizio Costanzo e il tossicomane all\u2019 angolo della strada hanno fatto delle scelte \u201cequivalenti\u201d (tra loro e alle nostre) da rispettare e accettare. St\u00e0 a loro (e non a noi) decidere se e eventualmente: quando, \u201criconsiderare\u201d queste scelte. Riconoscere l\u2019altr* come umano \u00e8 accettare ( e non voler cambiare) le sue scelte anche se l\u2019 altr* corre nud* tutto il giorno 365 giorni l\u2019anno, urlando per la strada e per giunta ci d\u00e0 anche fastidio. Jung scriveva che ognuno deve arare il suo campo con il suo proprio aratro. Il mio pu\u00f2 essere migliore, ma purtroppo non glielo posso prestare (4). Questa non \u00e8 indifferenza. Se l\u2019altr* soffre, indifferenza \u00e8 non soffrire con lui\/lei. Ma credere di poter risolvere i suoi problemi, meglio di come sta gi\u00e0 facendo lui\/lei \u00e8 \u201chybris\u201d. Se e quando interveniamo, facciamolo almeno con la consapevolezza di agire per il nostro e non per l\u2019altrui interesse. <\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Neppure l\u2019ateo pi\u00f9 incallito negherebbe a Padre Pio il diritto di avere le stigmate (quindi Padre Pio viene considerato come \u201cumano\u201d e capace -in fondo- di autodeterminarsi), n\u00e9 l\u2019ateo rispettoso cercherebbe di evitare a un qualsiasi santo cristiano -cattolico di avere le sue terrificanti visioni dell\u2019inferno. A una buona fetta della popolazione viene invece negato il diritto alla classica \u201ccrisi di nervi\u201d (quindi non vengano considerati \u201cpienamente umani\u201d ossia capaci di autodeterminazione) pena farmaci, reclusione, etc. <\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Qui ovviamente ho parlato sottintendendo che il soggetto in questione sia maggiorenne. Se ci si vuole prendersi cura di un minorenne, togliere tutto ci\u00f2 che nella societ\u00e0 di noi adulti \u201clo indirizza\u201d affinch\u00e9 ogni sua scelta diventi un domani davvero \u201cfarina del suo sacco\u201d, \u00e8 molto pi\u00f9 efficace e incisivo (oltrech\u00e9 costruttivo) rispetto a tante cosiddette \u201cterapie centrate sul soggetto\u201d. Comunque anche il discorso \u201cminorenni\u201d richiederebbe una trattazione a s\u00e9, e visto che per ora parler\u00f2 di altro, anche pi\u00f9 avanti, sottintender\u00f2 che quanto scrivo \u00e8 inteso come riferito a dei soggetti maggiorenni. <\/span><\/span><\/span><\/p>\n

E\u2019 diffusa, purtroppo non solo in ambito psichiatrico, la \u201cmoda\u201d di etichettare alcuni comportamenti sgraditi allo psichiatra o all\u2019assistente sociale di turno (o ad altri \u201cfacenti funzione\u201d) come \u201cinfantili\u201d. A ci\u00f2, gi\u00e0 rispondeva \u201cante litteram\u201d l\u2019inno napoleonico \u201cLe chant du depart\u201d che affermava che \u201ci repubblicani sono degli uomini, gli schiavi sono dei bambini\u201d. <\/span><\/span><\/span><\/p>\n

2)La condizione umana<\/b><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Affrontiamo sinteticamente i temi della \u201cserenit\u00e0\u201d e della \u201cnon -sofferenza\u201d. <\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Moltissimi pensatori da Pascal a Nietzsche fino a Leopardi hanno ritenuto che la condizione umana sia naturalmente \u201cportata\u201d alla sofferenza. E\u2019 difficile confutare tutti questi con l\u2019esistenza di un \u201cmodello\u201d gabellato come \u201csalute mentale\u201d secondo cui : \u201cil sano non soffre\u201d. Ovviamente sarebbe parimenti sbagliato dire che \u201cil sano \u00e8 colui che soffre\u201d. Tutt\u2019al pi\u00f9 potremmo lasciare aperta la possibilit\u00e0 teorica che esistano persone che non soffrano, o che comunque non siano proprio completamente travolte da questa sofferenza, se ci\u00f2 \u00e8 conforme al loro volere (conscio e inconscio). Se una persona ha scelto sia consciamente che inconsciamente \u201cla serenit\u00e0\u201d potrebbe (forse) non soffrire orribilmente in ogni attimo della sua vita, ma allora: nessuno meglio di lui\/lei saprebbe dirgli come fare per farlo, e ogni interferenza esterna non potrebbe che rendergli le cose pi\u00f9 difficili.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Se le circostanze esterne rendono il soggetto \u201cschiavo salariato\u201d o peggio, il minimo sindacale che il soggetto dovrebbe chiedere \u00e8 quello di essere nevrastenico. Anche qui, un intervento sul soggetto produrr\u00e0 tutt\u2019al pi\u00f9 un tossicodipendente da farmaci. In casi come questo, qualsiasi intervento dall\u2019esterno che non stravolga le circostanze economico-sociali in cui il soggetto vive, \u00e8 puro \u201caddolcire la pillola\u201d (e qui per \u201cpillola\u201dintendo il lavoro salariato). Ci si pu\u00f2 anche chiedere quale sia il grado di \u201cautenticit\u00e0\u201d della \u201cserenit\u00e0\u201d cos\u00ec ottenuta.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Scegliere la \u201cserenit\u00e0\u201d \u00e8 comunque una scelta che il soggetto pu\u00f2 consciamente anche non fare. Molti preferiscono apertamente essere \u201cun mare in tempesta\u201d piuttosto che uno stagno. E come ogni scelta, non rispettarla \u00e8 proprio della \u201crepressione\u201d non della medicina.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

E\u2019 pura ideologia, lontana da ogni valutazione dei fatti empirici anche il dire che un soggetto \u00e8 o non \u00e8 travolto dalla sua sofferenza al punto di non essere pi\u00f9 \u201cfunzionale\u201d, perch\u00e8 ci potrebbero essere casi in cui la molla di un comportamento appparentemente \u201cnormale\u201d consiste esclusivamente in un\u2019assoluta disperazione, senza di cui il soggetto non si alzerebbe da letto, n\u00e8 si vestirebbe o altro. Henry David Thoreau, sarebbe probabilmente d\u2019accordo nel constatare ci\u00f2. In generale, di nuovo, mi si obbietter\u00e0 che in taluni casi la \u201csofferenza psichica\u201d del soggetto impedisce al soggetto stesso di espletare varie \u201cfunzionalit\u00e0\u201d. Al di l\u00e0 di quanto gi\u00e0 detto, mi sembra davvero banale rispondere (e per questo non mi soffermer\u00f2 molto su di questo) che questa \u201cfunzionalit\u00e0\u201d oggi finisce sempre e inevitabilmente per essere una funzionalit\u00e0 calibrata sui desideri dei \u201cpadroni del vapore\u201d e che quindi non si \u00e8 in grado di definirla in termini davvero obbiettivi. Nella pratica anche un discorso sulla \u201cfunzionalit\u00e0\u201d o sulla \u201cdisfunzionalit\u00e0\u201d (anche nei contesti in cui ad esempio si parla di genitori \u201cdisfunzionali\u201d, di \u201cabilit\u00e0 relazionali\u201d eccetera), finisce \u201cper portare acqua\u201d al mulino del Capitale. Purtroppo questo risultato inficia ogni pretesa di \u201cobbiettivit\u00e0\u201d. Bisogna quantomeno provare ad essere obbiettivi, (la \u201csospensione del giudizio\u201d viene praticata solo in teoria e per giunta proprio da chi poi formula diagnosi psichiatriche che sono \u201cun giudizio\u201d) riconoscendo se un tipo di valutazione pu\u00f2 essere obbiettiva e quindi pu\u00f2 essere fatta e se invece questo tipo di valutazione non pu\u00f2 essere fatta e quindi ci si deve astenere dall\u2019usarla. Torner\u00f2 comunque sul tema \u201cefficienza e autosufficienza\u201d.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Le vigenti leggi non mi permettono di esprimere tutto ci\u00f2 che penso sul suicidio (si veda la vicenda editoriale del libro \u201cIl suicidio modo d\u2019uso\u201d di Claude Guillon-Yves Le Bonniec, censurato persino in Francia e sequestrato in Italia) tuttavia il fatto che sia stato realizzato da tanti uomini e donne illustri, in una pluralit\u00e0 di circostanze, basta a smentire chi vorrebbe che il metterlo in pratica sia sinonimo di qualche alterazione del pensiero. <\/span><\/span><\/span><\/p>\n

3)Il principio di realt\u00e0<\/b><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Il problema \u201cche cos\u2019\u00e8 reale e cosa no\u201d, si pone, ed \u00e8 un problema molto pratico anche in tutti i casi in cui opera \u201cun qualunque apparato\u201d che si autodefinisce come \u201cassistenziale\u201d. Non volendo esaminare qui ad esempio il problema dei rapporti tra ideologia e concezione della realt\u00e0, esamininer\u00f2 la questione da un punto di vista \u201cpragmatico\u201d. Parlare di \u201cdeliri\u201d, \u201cderealizzazioni\u201d e quant\u2019 altro, in relazione a ci\u00f2 che sente o che vede un\u2019altra persona, \u00e8 sicuro segno che \u201cnon si hanno buone intenzioni\u201d. Questo vale anche se si considera un esperienza \u201cx\u201d di un\u2019altra persona \u201cnon oggettiva\u201d.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

\u201cIl fatto che il principio stesso di realt\u00e0 sia relativo, che serva gli interessi della Chiesa e del capitale e che siano questi a definirlo, \u00e8 escluso dalla discussione, in quanto questione politica che, dicono, non ha nulla a che fare con la scienza. Il fatto che anche la sua esclusione sia politica non viene colto affatto\u201d (5) .<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Timothy Leary parlava di \u201crealt\u00e0 consensuale\u201d ( 6) , il dato oggetto non \u00e8 pesante x, dotato mettiamo di densit\u00e0 y, composto dalla sostanza z, etc. ma siamo noi che gli attribuiamo consensualmente questi attributi. Questo \u00e8 \u201cun discorso\u201d che pu\u00f2 essere accettabile, se tutte le percezioni su cui si basa \u201cil consenso\u201d vengano ugualmente considerate come valide (anche quelle dissenzienti), e se il risultato finale \u00e8 \u201cmera convenzione\u201d. Ora, dobbiamo per\u00f2 stare attenti perch\u00e9 \u201csoggettivare\u201d ogni questione \u00e8 un metodo, usato \u201cin zona psichiatria\u201d per tacere la verit\u00e0. Di nuovo: voglio essere pragmatico. Sarebbe \u201cmeglio e pi\u00f9 pratico\u201d ipotizzare che non esista una realt\u00e0 oggettiva, fattuale, ma un numero \u201cx\u201d di realt\u00e0 oggettive, fattuali e sperimentalmente dimostrabili (\u201cgalileiane\u201d) coesistenti nel medesimo spazio-tempo. All\u2019 interno di alcune di esse vigerebbe ad es. il principio di non contraddizione, ma \u00e8 chiaro come, nell\u2019insieme, questo principio non potrebbe valere. A considerazioni per certi versi simili arriva per esempio la fisica moderna, e ci\u00f2 \u201c\u00e8 molto pi\u00f9 costruttivo\u201d dell\u2019ultima variante dell\u2019etichetta con la scritta \u201cdelirio\u201d, o alla \u201csoggettivizzazione\u201d di tipo psicanalitico. Vedremo quando si parler\u00e0 specificamente di psicosi e di schizofrenia cosa questo comporti per queste \u201cetichette\u201d. Tuttavia ci\u00f2 dovrebbe essere \u201ctenuto ben presente\u201d ben oltre il campo propriamente psichiatrico, ma ogni volta che le nostre valutazioni su un oggetto o sulla natura (magari umana o demoniaca o altro) di un soggetto (o di noi stessi) divergano da quelle di qualcun\u2019altro.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Qui accenner\u00f2 solo che discorso \u201cscivola facilmente\u201d sul religioso. Chi mi parla ad esempio: di \u201ccrisi psicotiche\u201d dovrebbe innanzitutto dirmi in che cosa una \u201ccrisi psicotica\u201d si differenzia da un autentica esperienza religiosa, spesso terrificante e comunque in grado di \u201csopraffare\u201d il soggetto. Libert\u00e0 religiosa vuol dire innanzitutto non essere giudicati e\/o detenuti a causa dell\u2019incontro con \u201cil piano di sopra\u201d, indipendentemente da come lo si concepisca (spesso l\u2019altro\/altra \u00e8 visto come \u201cl\u2019estraneo per eccellenza\u201d, quindi potenzialmente divino \u2013 si legga l\u2019Odissea di Omero al proposito \u2013 e sempre e comunque: come portatore di \u201cpathos\u201d interpretabile benissimo e legittimamente come pericoloso). Sul tema comunque ritorner\u00f2\u2026<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

4) Il mito dell\u2019autonomia e dell\u2019autosufficienza, il \u201cbisognoso di cure\u201d.<\/b><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Spesso una reale o presunta non autosufficienza di un soggetto viene presa a pretesto per negargli la possibilit\u00e0 di fare determinate scelte. Tutto ci\u00f2 si basa sull\u2019assunto mitologico secondo cui al contrario esistano persone autosufficienti \u201cper loro natura\u201d, e anche su altri ragionamenti parimenti illogici.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Oggi anno 2021 una persona analfabeta o anche solo \u201canalfabeta digitale\u201d non \u00e8 assolutamente in grado di \u201cvivere autonomamente\u201d nella nostra \u201ccollettivit\u00e0\u201d. Nell\u2019anno 1000 tutto ci\u00f2 era la norma. Qualche annetto prima, Carlo Magno rimase analfabeta, nonostante disponesse dei migliori insegnanti dell\u2019epoca. Fortunatamente in quel periodo non c\u2019era nessuno che gli diagnosticasse qualcosa di \u201cmoderno\u201d. Gi\u00e0 questo dovrebbe dirci che non esistono persone di per s\u00e9 autosufficienti ma \u00e8 la societ\u00e0 in cui una persona vive a determinare (e, come dicono gli anglosassoni, in modo \u201crandom\u201d) se un soggetto \u00e8 autosufficiente o meno, a prescindere dalle caratteristiche del soggetto in questione. <\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Purtroppo assistiamo a un meccanismo pseudo-logico di pensiero per cui se un soggetto ha bisogno di essere assistito (e anche l\u00ec…andrebbe visto il se e il perch\u00e9, ma soprattutto se lui\/lei vuole o meno esserlo), l\u2019assisterlo significherebbe far il possibile per impedirgli tutto ci\u00f2 che secondo noi potrebbe nuocere a lui\/lei o a altri. Se una persona ha bisogno di assistenza e la chiede, questa deve fermarsi al momento che lui\/lei smette di volerla, e limitarsi a ci\u00f2 che il soggetto vuole (oltre ad altre considerazioni che vedremo pi\u00f9 avanti). Se non la chiede ma mettiamo: \u00e8 in pericolo di vita, ovviamente questa assistenza pu\u00f2 essergli data senza che il soggetto \u201cespliciti cosa vuole\u201d a condizione che il soccorritore sia davvero disposto a mettere in discussione il suo comportamento ( ad esempio chiedendosi: era davvero necessario? Ho rispettato quella che sarebbe stata la sua volont\u00e0 se avesse avuto il tempo di esprimerla?). Il fatto per\u00f2 che un buon samaritano assista una persona \u201cx\u201d, non d\u00e0 al buon samaritano in questione nessuna \u201cautorit\u00e0 morale\u201d sul soggetto soccorso, n\u00e9 soprattutto (e qui spesso \u2026.) implica che il buon samaritano sappia meglio del suo assistito cosa sia opportuno e cosa sia masochista fare o non fare.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

\u201cPeggio ancora\u201d, il dire che una persona \u00e8 \u201cbisognosa di cure\u201d \u00e8 esso stesso un negare la libert\u00e0 di scelta del soggetto, anteponendo a questa libert\u00e0 una nostra valutazione. Questa mia affermazione, sembra un sofismo, ma \u00e8 un tema che ha pesanti ripercussioni pratiche nella vita di tutti i giorni. Una persona pu\u00f2 volere qualche tipo di \u201ccura\u201d (dubito che esista qualcuno che le voglia assolutamente tutte, dall\u2019elettroshock alla colonoscopia, passando per i bagni termali e l\u2019antica pratica del tatuaggio terapeutico), oppure no, indipendentemente dalla condizione in cui si trova. Se non vuole essere curato oppure se vorrebbe essere curato solo in modo \u201cx\u201d, oppure solo da \u201cy\u201d o anche solo nel modo \u201cz\u201d , e noi diciamo invece genericamente che \u00e8 \u201cbisognoso di cure\u201d neghiamo la libert\u00e0 di scelta di lui\/lei. Quello che \u00e8 davvero importante \u00e8 se il soggetto vuole \u201cessere curato \u201d (oppure no), in che modo e da chi (e per quanto tempo).<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

B)Adesso parliamo di psichiatria e di coloro che ne sono soggetti<\/b><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Bisogner\u00e0 cominciare con il dire che anche astraendo dalla diffusa minaccia (che pu\u00f2 essere implicita o esplicita) del TSO, \u201cin zona psichiatria\u201d almeno \u00be dei pazienti, se non di pi\u00f9 \u201centrano e rimangono\u201d solo a causa (quando non appunto di violenze \u201cin atto\u201d), di minacce esplicite o implicite (magari persino da parte della propria famiglia o dal posto di lavoro), che possono essere di vario genere: anche il dire: fai come ti dico io o starai male \u00e8 comunque una minaccia; un medico \u201cdegno di questo nome\u201d direbbe: fai come dice la scienza medica e spero che tu guarisca in ogni caso. <\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Non essendoci in psichiatria \u201cuna malattia\u201d, come abbiamo visto all\u2019inizio \u00e8 difficile sperare in una guarigione. Anche fuori dal reparto ospedaliero i soggetti marchiati con una diagnosi psichiatrica vengono vessati in un numero troppo grande di modi diversi perch\u00e9 io qui mi metta a farne una casistica: si v\u00e0 dalle visite domiciliare \u201ccoatte\u201d, fino al ritiro della patente. Esistono anche \u201ccase famiglia\u201d per \u201cdisabili psichici\u201d e strutture para-ospedaliere \u201cper tutti i gusti\u201d. Impossibile non citare \u201cen passant\u201d il lavoro in pratica \u201ccoatto\u201d, a cui talun* vengono sottoposti, lavoro che pu\u00f2 prendere il nome di \u201cterapia occupazionale\u201d e che si risolve, quando non nell\u2019obbligatorio trastullarsi in cose inutili, nello svolgere dei compiti senza essere pagati quanto altr* e\/o senza i diritti che hanno gli altr*, ma soprattutto: senza essere liber* di fare altre cose. <\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Un dato di fatto che \u201csalta all\u2019occhio\u201d, entrando \u201cin area psichiatria\u201d \u00e8 il livello di \u201cnon-verit\u00e0\u201d negli enunciati di psichiatri e persino del personale infermieristico e tecnico. Si capisce facilmente da dove, nella pratica, vengano fuori le disquisizioni di Basaglia (7) sui rapporti tra realt\u00e0 e ideologia, tema su cui non mi soffermer\u00f2, bench\u00e9 effettivamente coerente con il nostro argomento.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Se una persona \u201cx\u201d pronuncia un enunciato su cui lui stesso non sarebbe d\u2019accordo, possiamo dire che \u201cmente\u201d. Ugualmente possiamo dire che \u201cmente\u201d se nasconde o omette di dire qualcosa che sarebbe tenuto a dire. Ora, anche fuori dagli spazi in cui si esercita la psichiatria \u2026 \u201dLe menzogne sono oltremodo diffuse\u201d. Tuttavia solo gli psichiatri hanno il cosiddetto \u201cprivilegio terapeutico\u201d, se non sbaglio persino riconosciuto \u201cex lege\u201d di mentire ai pazienti sui farmaci. E, se \u201cle balle\u201d finissero qui, sarebbe \u201cculpa levis\u201d. Il grave \u00e8 appunto il confronto con l\u2019esterno. Fuori dagli spazi in cui si esercita la psichiatria, la \u201cnon-verit\u00e0\u201d \u00e8 a) \u00e8 normalmente intenzionale, b) viene esercitata con un \u201crange\u201d ristretto di metodi e c) \u00e8 generalmente funzionale a qualche scopo razionale. <\/span><\/span><\/span><\/p>\n

\u201cIn area psichiatria\u201d, dato che viene postulato un difetto nel pensiero dei pazienti, \u00e8 facile che qualche \u201cballa\u201d venga a loro detta \u201cfuori da ogni intenzione\u201d. I metodi per non dire la verit\u00e0 sono del resto tantissimi. Si evita di affermare, o di confermare che ad esempio \u201cx = 2\u201d. Si “soggettivizza” la questione. Si esamina il modo in cui la questione \u00e8 posta, per non entrare nel merito della stessa. Si evita una disamina degli argomenti che depongano contro la tesi che si sta sostenendo. Eccetera. <\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Quando, come spesso avviene, \u201cx \u00e8 ritenuto essere uguale a\u201d , la \u201cnon-verit\u00e0\u201d pi\u00f9 comune consiste nel non entrare nella disamina sul perch\u00e9 x sia ritenuto uguale ad a, In effetti si cade nella disonest\u00e0 intellettuale dicendo che \u201cx = a\u201d. Il \u201cminimo sindacale\u201d \u00e8 lasciare \u201caperta\u201d ogni questione di cui non si hanno \u201cprove matematiche\u201d, non tacendo affatto la propria opinione in proposito (altro modo usato a volte per mentire ) ma appunto: sottolineando che ci\u00f2 \u201cnon \u00e8 vangelo\u201d (altrimenti non \u00e8 un opinione ma una menzogna).<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

L\u2019unico scopo razionale effettivamente esistente per molte \u201cballe\u201d (il fatto che pronunciarle o tacere la verit\u00e0 sia considerato terapeutico non \u00e8 uno scopo razionale: \u00e8 uno scopo ideologico) \u00e8 la mancanza di tempo. Tuttavia, fuori dai reparti psichiatrici, se un tema richiederebbe dieci ore per venire decentemente trattato e non si ha questo tempo, si impiegano formule del tipo \u201cscusandomi per la mancanza di tempo che mi impedisce di trattare decentemente la questione, sono costretto a banalizzarla dicendo che\u2026.\u201d. Quindi la mancanza di tempo viene, in questo caso affermata come parte integrante della \u201cverit\u00e0 del momento\u201d. Simili formule sono pressoch\u00e9 sconosciute nella pratica psichiatrica\u2026<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

E tutto ci\u00f2 \u201cnon \u00e8 ancora il peggio\u201d. Mettere in discussione una diagnosi, soprattutto se \u00e8 una diagnosi di schizofrenia, o di psicosi o simili, cosa che dovrebbe essere considerata come \u201cil minimo sindacale\u201d richiesto dal paziente a uno psichiatra \u201camante della verit\u00e0\u201d \u00e8 invece visto come prova stessa della patologia del soggetto. O quantomeno come il segno del suo aggravarsi. Quindi la schizofrenia \u00e8 davvero un dogma religioso, di cui non \u00e8 dato dubitare, come ha notato giustamente qualcun\u2019altro ( 8). Inutile aggiungere che, da parte dello psichiatra, un simile atteggiamento \u00e8 \u201cdisonest\u00e0 intellettuale\u201d per eccellenza.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Difficile \u201cfare una colpa\u201d agli infermieri per le menzogne che essi dicono, perch\u00e9 in genere essi mentono su indicazione di altri, e sono soggetti a ogni ricatto. Degna di menzione, per la sua diffusione e per le sue ripercussioni, \u00e8 per\u00f2 la non-verit\u00e0, spesso da essi enunciata persino in buona fede e senza particolari \u201cpressioni dall\u2019alto\u201d secondo cui le visite ai pazienti in TSO sono condizionate all\u2019approvazione del medico o sono soggette ad altre condizioni. La legge afferma invece che devono poter avvenire \u201cpunto e basta\u201d. Chiaramente ci sono dei limiti dettati dal “buon senso” (chiaramente non ci possono essere visite la notte etc.), e persino accettare (o meno) delle limitazioni arbitrarie a ci\u00f2 pu\u00f2 essere “consigliabile”.\u00a0 Tuttavia, di nuovo “ex lege”, queste visite devono poter avvenire. Anche la comunicazione per telefono o tramite internet, tra il paziente in TSO e le persone che rimangono fuori, deve poter avvenire per legge “senza alcun vincolo”.\u00a0<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Come dicevo all\u2019inizio, gli strumenti veri e propri della psichiatria si caratterizzano per cercare di togliere specificatamente appunto la capacit\u00e0 (o la volont\u00e0) del soggetto di autodeterminarsi; un tassello importante \u00e8 cercare di convincere il soggetto, in modi pi\u00f9 o meno razionali a (dover) cambiare qualcosa nel suo modo di interagire con gli altri o con s\u00e9 stesso, o comunque di essere \u201cbisognoso di cure\u201d. <\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Anche se si trattasse solo di \u201cdialogo\u201d (qui faccio un breve accenno, ma torner\u00f2 sull\u2019argomento), offrire delle soluzioni \u201cdall\u2019alto\u201d ovvero far intendere che queste non possano essere trovate dal soggetto in modo indipendente \u00e8 sottrarre al soggetto qualcosa della sua capacit\u00e0\/libert\u00e0 di autodeterminazione.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

La cosiddetta \u201cpsicosi\u201d, le cosiddette \u201ccrisi psicotiche\u201d, la schizofrenia<\/b><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Come ho accennato all\u2019inizio ampliare il campo del \u201cpatologico\u201d fino ad includere assolutamente tutto \u00e8 una delle tendenze della psichiatria contemporanea. Se tutto \u00e8 \u201csofferenza psichica\u201d e \u201cpatologia\u201d allora nulla \u00e8 patologico e la psichiatria non ha ragione di esistere, se non come esercizio teorico. Ma questo non \u00e8 coerente con tutto l\u2019armamentario di ricoveri coatti e di farmaci imposti per forza che la psichiatria \u201csi tira dietro\u201d.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Esiste il famoso metodo della dimostrazione per assurdo. Se non si vuole che la psichiatria non abbia alcuna ragione di esistere bisogner\u00e0 tracciare un confine, ad esempio: tra legittima esperienza religiosa e esperienza patologica. Ovviamente la legittima esperienza religiosa, mettiamo : di Padre Pio con le sue stigmate, di Santa Ildegarda con le sue visioni, dei colloqui con il diavolo, degli incontri con Dei travestiti da mortali dell\u2019Odissea, dell\u2019eterna relazione conflittuale con elfi e folletti e quant\u2019altro, deve essere salvaguardata dall\u2019essere soggetta all\u2019 armamentario di cui sopra. Dato che la libert\u00e0 religiosa \u00e8 un diritto riconosciuto dalla nostra costituzione, perch\u00e9 esso venga salvaguardato il confine deve essere quantomeno \u201cnetto e quello\u201d. Nella pratica psichiatrica invece se c\u2019\u00e8 un confine, non \u00e8 \u201cmolto ben definito\u201d.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Quindi, di nuovo (dato che questa domanda farebbe evolvere la stessa psichiatria) in che cosa una \u201ccrisi psicotica\u201d si differenzia (e deve differenziarsi, pena l\u2019assurdit\u00e0 e l\u2019illegalit\u00e0 di ogni diagnosi di psicosi) da un autentica esperienza religiosa, spesso terrificante e comunque in grado di \u201csopraffare\u201d il soggetto? <\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Molti \u201csanti\u201d riconosciuti formalmente tali dalla chiesa cattolica esprimevano concetti religiosi in aperto contrasto con le credenze dei loro contemporanei. Si hanno santi che non venivano capiti da nessuno, santi con una relazione difficile con il prossimo, incluso in certi casi le stesse gerarchie ecclesiastiche, i loro familiari e via discorrendo. Quindi i rapporti che la persona ha con il resto dell\u2019umanit\u00e0 e con il mondo in generale \u201cnon fanno testo\u201d. Neppure i rapporti del soggetto con s\u00e9 stesso \u201cfanno testo\u201d perch\u00e9 ci sono stati \u201csanti\u201d con tanto di \u201criconoscimento ufficiale\u201d che apertamente odiavano s\u00e9 stessi. <\/span><\/span><\/span><\/p>\n

N\u00e9 lo \u201cstile di vita\u201dpu\u00f2 darci qualche indicazione. Ci sono stati santi eremiti e anacoreti, e anche santi \u201cstiliti\u201d che oggigiorno rischierebbero di passare per esibizionisti vista l\u2019impossibilit\u00e0 fisica di espletare i propri bisogni dall\u2019alto di una colonna senza essere visti. <\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Ma il cristianesimo non \u00e8 pi\u00f9 la \u201creligione ufficiale\u201d. Ci pu\u00f2 essere una religione come il buddismo senza un dio, oppure come i culti ufologici. Non \u00e8 necessario quindi che il soggetto riconosca la natura \u201csoprannaturale\u201d dell\u2019esperienza.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Punto focale della riforma luterana fu proprio l\u2019affermare la libert\u00e0 interiore del soggetto di cercarsi un suo proprio personale rapporto con ci\u00f2 che non \u00e8 razionale. Per\u00f2, se \u201cribaltiamo la prospettiva\u201d, parlare di \u201cpsicosi\u201d e \u201cschizofrenia\u201d, sottintendendo \u201cla necessit\u00e0\u201d di farmaci e magari di ricovero coatto, non \u00e8 un metodo che possa dirsi accettabile per porsi di fronte a un soggetto che non comprendiamo. Se chi parla in questi termini poi non accetta che il soggetto stesso \u201cmetta in discussione\u201d la cosiddetta \u201cdiagnosi\u201d, siamo nel campo del dogma religioso, e non \u00e8 accettabile che questo venga imposto dall\u2019esterno a persone non consensienti.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Coloro che invece si ritengono malati, e che desiderano essere \u201caiutati\u201d<\/b><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Gi\u00e0 in \u201cmedicina generale\u201d si deve affrontare il problema di coloro che vogliono i pi\u00f9 dolorosi interventi chirurgici senza che ci sia un\u2019effettiva necessit\u00e0. L\u2019esempio pi\u00f9 banale, del resto molto pi\u00f9 comune di quello che normalmente si crede, \u00e8 quello degli esami medici, a volte fisicamente spiacevoli, pensiamo ad esempio ad una colonoscopia, ma che vengono \u201cchiesti a gran voce\u201d da alcuni pazienti, anche quando la scienza medica non li crede necessari…<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Come ho gi\u00e0 detto \u201cin zona psichiatria\u201d almeno \u00be dei pazienti \u201centrano e rimangono\u201d solo a causa, di minacce esplicite o implicite. Bisogna anche aggiungere che gli appartenenti all\u2019infima minoranza di pazienti volontari reali, e non costretti n\u00e9 dalla famiglia, n\u00e9 dal datore di lavoro, n\u00e9 dall\u2019assistente sociale etc. spesso non hanno idea del fatto che \u201cda quella porta si entra facilmente ma normalmente non se ne esce\u201d. <\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Per\u00f2 esistono persone che si ritengano \u201cmalati\u201d e \u201cbisognosi di cure psichiatriche\/psicologiche\/etc.\u201d, ed \u00e8 possibile persino trovare tra di loro esempi di persone consapevoli di ci\u00f2 che tutto questo comporta. Ovviamente \u00e8 assolutamente lecito che un soggetto si auto-consideri tale…Esaminiamo le cose “da un’altra prospettiva” . Quando una persona considera il pensiero o il modo di relazionarsi con il mondo di un altra persona come \u201cdifettoso\u201d al punto di credere di sapere meglio del soggetto stesso di cosa lui\/lei abbia bisogno, entriamo quantomeno in un terreno \u201cmolto scivoloso\u201d. Indipendentemente dal fatto che il soggetto sia il primo a considerarsi \u201cdifettoso\u201d quando sei tu a considerarlo tale, hai \u201cl\u2019onere della prova\u201d di dimostrare te stesso \u201cmigliore\u201d, prova che spesso persino i migliori psichiatri -quasi sempre- falliscono. <\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Comunque il considerare s\u00e9 stessi \u201cbisognosi di cura\u201d \u00e8 una libera scelta, e non un qualcosa che \u201c\u00e8 dato di fatto\u201d. Il modo migliore di aiutare costoro, sarebbe tuttalpi\u00f9 quello di convincerli a fare autonomamente una scelta diversa. Obbiettivo questo, che quasi mai \u00e8 coscientemente perseguito \u201cin zona psichiatria\u201d. Ancora meglio sarebbe lasciare che \u201cil paziente\u201d pervenga autonomamente a una diversa conclusione…<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Considerazioni sull\u2019uso dei farmaci<\/b><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Una sofferenza psichica atroce e intollerabile \u00e8, a mio avviso, una costante dell’esperienza di vita di qualsiasi essere umano. Questa pu\u00f2 avere vari \u201csbocchi\u201d e manifestarsi in modi abissalmente diversi. La soluzione pu\u00f2 essere cercata in tanti campi : attraverso la filosofia, l’arte, magari persino : la lotta politica e “di classe”. Cercarla attraverso i farmaci (qualsiasi essi siano) non pu\u00f2 che dar luogo a una tossicodipendenza. Se questa \u00e8 la libera e consapevole scelta del soggetto, non c’\u00e8 nulla di male. Perch\u00e9 sia appunto una scelta libera, dato che ci sono tante cose che vengono socialmente accettate molto meno di una tossicodipendenza, specie da farmaci, e dato che questa tossicodipendenza potrebbe essere “spinta” dal contesto sociale che vede in essa un alternativa a comportamenti meno accettati, bisogna che “la collettivit\u00e0” si renda finalmente conto che qualsiasi tipo di comportamento, e di interazione con s\u00e9 stessi e con gli altri, ha lo stesso valore (anche se non magari la stessa “condivisibilita’”) al netto di ogni giudizio morale \/ religioso . Quindi qualsiasi farmaco sar\u00e0 “legittimo” dopo la fine della “legittimit\u00e0” del giudizio psichiatrico nella coscienza popolare (oltre che dopo la fine della sua validit\u00e0 giuridica che predispone all\u2019obbligatoriet\u00e0 dei farmaci psichiatrici).<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Potremmo fare anche varie considerazioni sul concetto di \u201cconsenso informato\u201d. Se v\u00e0 oltre il \u201cconsenso informato\u201d, un medico non \u00e8 pi\u00f9 un medico, ma diventa qualcos\u2019alto. Se un paziente \u201cnon \u00e8 ritenuto capace\u201d di consenso, il medico che lo considera tale dovrebbe proprio per ci\u00f2 limitare il suo intervento allo stretto necessario per mantenerlo in vita. A parte questo caso estremo, \u201cconsenso\u201d significa poter dire \u201csi o no\u201d senza che si adottino misure legali. \u201cInformato\u201d significa aver elencato comunque tutte le possibili alternative e tutti i possibili \u201ceffetti collaterali\u201d.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Il dialogo come esercizio del potere<\/b><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Non c\u2019\u00e8 bisogno di andare \u201cin zona psichiatria\u201d per sperimentare che anche il dialogo, \u201cil dialogo e basta\u201d pu\u00f2 essere una forma di tortura. Per questo \u00e8 sufficiente frequentare \u201cI tutori della legge\u201d. Se il dialogo viene esercitato tra una persona \u201cche pu\u00f2 e che sa\u201d e un\u2019altra che invece \u201cnon sa e non pu\u00f2\u201d (es. Il dialogo tra un poliziotto e un normale cittadino), \u00e8 facile che si arrivi ad una forma di tortura, tanto pi\u00f9 se il soggetto arriva al momento del dialogo \u201cprovato\u201d da vicessitudini varie, e particolarmente se questo dialogo non si pu\u00f2 evitare, pena che succeda qualcosa di peggio. In \u201carea psichiatria\u201d \u00e8 difficile che il dialogo abbia altri intenti che quelli di \u201cconvincere\u201d il soggetto che c\u2019\u00e8 qualcosa che deve essere cambiato nel suo modo di pensare o di relazionarsi con il mondo, quindi l\u2019intento \u00e8 analogo a quello di ogni altro metodo usato. Il dialogo \u00e8 \u201cuna buona cosa\u201d se e quando rispetta invece 3 condizioni:<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

a) parit\u00e0 tra gli interlocutori, anche in termini di conoscenze e possibilit\u00e0 d\u2019azione.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

b) nessuno degli interlocutori vuole che l\u2019altro \u201ccambi\u201d qualcosa di s\u00e8 stesso, n\u00e8 che \u201criveli\u201d qualcosa di s\u00e8 contro la sua volont\u00e0.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

c) c\u2019\u00e8 un reale consenso (ossia una volont\u00e0 dei soggetti non una necessit\u00e0 delle circostanze) tra gli interlocutori sui tempi e sulle forme in cui il dialogo avviene.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Al di fuori di queste tre condizioni, il dialogo \u00e8 una forma di potere che viene esercitata. <\/span><\/span><\/span><\/p>\n

C) Come pu\u00f2 combattere la psichiatria chi ne \u00e8 \u201cpaziente\u201d<\/b><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

In tutti i campi e in tutte le circostanze della vita, \u00e8 pi\u00f9 facile \u201curlare e disperarsi\u201d che lottare davvero per i propri diritti. A questa regola generale non sono esenti coloro che purtroppo si trovano a dover fare affrontare in prima persona la psichiatria. Bisogna ricordarsi sempre che \u201cil vittimismo non serve a niente\u201d (9 ) n\u00e8 servono pianti e lamenti.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Premesso che \u00e8 impossibile imbarcarsi in una enumerazione delle possibili circostanze e delle cose che \u00e8 opportuno fare non fare, data la pervasivit\u00e0 della psichiatria nella societ\u00e0 contemporanea, cercher\u00f2 di \u201cmettere nero su bianco\u201d alcune regole generali e alcune \u201csituazioni ricorrenti\u201d. <\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Qualunque disgrazia, anche l\u2019essere soggetti al \u201cgiudizio psichiatrico\u201d pu\u00f2 (e forse dovrebbe) diventare occasione di lotta politica e persino di \u201carricchimento culturale\u201d. Trovare “un perch\u00e9” alle cose che ci succedono \u00e8 sempre importante, non “il perch\u00e9” che ci viene proposto, ma un “perch\u00e9” che sia realmente la nostra spiegazione, che ha valore proprio in quanto (e fin quanto)\u00a0 \u00e8 la nostra “versione dei fatti”e non quella di qualche altr*. I libri di autori come Giorgio Antonucci o Giuseppe Bucalo possono essere un punto da cui partire se non si ha nessuna idea su come farlo.\u00a0<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Statisticamente inutile \u00e8 cercare di convincere uno psichiatra che ha torto, se chi cerca di convincerlo \u00e8 un suo paziente. Si veda di nuovo l\u2019esperimento Rosenhan di cui parlavamo all\u2019inizio. Alcuni ritengano che il \u201cpaziente\u201d si tuteli meglio mentendo (\u201criconosco di essere malato\u201d, \u201cdesidero curarmi\u201d), e io non dubito che in certi casi, questa possa essere \u201cla scelta migliore\u201d, e quella che pu\u00f2 dare risultati nell\u2019ordine del \u201cbreve e medio termine\u201d (giorni, settimane e mesi) , tuttavia confesso qualche dubbio sul se possa essere una strategia vincente \u201cnel lungo termine\u201d (anni), e se appunto possa essere inclusa in un discorso di “lotta politica”.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Contro un Tso si pu\u00f2 fare ricorso, e chiunque pu\u00f2 fare ricorso contro un Tso di chiunque altro. Ricorsi da parte di \u201cnon ricoverati\u201d, scritti argomentando in base alla legge il caso specifico, ripetuti ad ogni rinnovo (ogni 7 giorni), \u201cformalmente ineccepibili\u201d e, di nuovo: con argomentazioni giuridiche sensate e specifiche (non \u201ccopia-incolla\u201d per intendersi), \u201cfanno un loro effetto\u201d. Ci vuole tempo, costanza nel presentare i ricorsi, ci vuole che essi vengano fatti da un congruo numero di persone, possibilmente del comune stesso in cui avvenga il Tso. Al proposito si ricordi che il fatto che il soggetto assuma i farmaci in forma orale \u00e8 gi\u00e0 “sbandierabile” come prova giuridica del fatto che il soggetto stia accettando le terapie, dato che il rifiuto delle stesse \u00e8 tra le condizioni “ex lege” perch\u00e8 un Tso venga effettuato e si rinnovi. Anche questo \u00e8 eventualmente comunque da argomentare entrando nel caso specifico.\u00a0<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

[aggiungo dopo aver ricevuto costruttive critiche: il “senso” dei ricorsi non \u00e8 tanto quello che un ricorso potrebbe essere accolto. Il “senso” \u00e8 che lo psichiatra che agisce nel “buio” del reparto-SPDC-etc,\u00a0 agisce in un modo. Lo psichiatra che invece si trova di fronte ad una situazione in cui ad ogni rinnovo di un TSO questo TSO viene -> dall’esterno della struttura in cui opera, puntualmente contestato da -mettiamo- una decina di punti di vista diversi, che entrano nello specifico di quel TSO, presentando ricorsi con argomenti giuridicamente validi, agisce in modo diverso. Soprattutto: con il passare delle settimane.<\/em> ]<\/p>\n

Anche da parte di un ricoverato in Tso \u00e8 possibile firmare una diffida contro una determinata terapia, tuttavia io sono scettico sulla reale incisivit\u00e0 di simili diffide.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Il coinvolgimento di un avvocato (ci sono avvocati che fanno volontariato in varie associazioni, \u00e8 comunque possibile in vari modi \u201caverne uno gratis\u201d), dovrebbe essere considerato dal soggetto come \u201ccosa banale\u201d invece spesso non lo \u00e8. Ovviamente ci sono anche avvocati \u201cpessimi\u201d, ma …<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Esistono vari collettivi, associazioni, la cui intenzione \u00e8 quella di opporsi all\u2019azione della psichiatria, io consiglio di provarli tutti fino a trovare quello che va bene per le esigenze del singolo. Contattarli \u201cnon in sequenza\u201d, prima uno e poi un altro, ma \u201cin contemporanea\u201d, non solo nel caso di qualche emergenza, ma anche come \u201cmisura preventiva\u201d cos\u00ec da avere pi\u00f9 suggerimenti su come uscire da una data situazione, cosicch\u00e9 tu che sei soggetto alla psichiatria vedrai da solo che le possibili strade sono molte, devi essere te a scegliere quale percorrere, e non a lasciare che gli altri scelgano per te.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Da un ricovero \u201cvolontario\u201d (spesso frutto di minacce o \u201cpressioni varie\u201d) \u00e8 possibile (ed \u00e8 la via pi\u00f9 facile) uscirne approfittando di una \u201clibera uscita\u201d specialmente se questa avviene accompagnati da qualcun\u2019altro (di esterno) che \u00e8 d\u2019accordo \u201csull\u2019andarsene\u201d. Teoricamente \u00e8 possibile anche “firmare e uscire”, e questo sarebbe formalmente anche meglio, tuttavia nella pratica potrebbe essere davvero un’ impresa. Di nuovo : “ogni caso \u00e8 una storia a s\u00e9”, ed \u00e8 il soggetto a dover valutare cosa fare e come farlo. Anche se si decide di “firmare e uscire” (e di nuovo : formalmente sarebbe meglio), “i testimoni aiutano”, soprattutto se “scelti con criterio”.\u00a0<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Cambiare comune, ossia andare ad abitare altrove, quantomeno oltre i<\/span> limiti della Asl \u201cdi riferimento\u201d pu\u00f2 essere la scelta migliore in molti casi. Soprattutto: una volta usciti dal reparto dell\u2019ospedale. \u201cNessun luogo vale un assedio\u201d, in molti casi pochi km di distanza “fanno la differenza”, e comunque, nei casi peggiori, (quando si parla di “pericolosit\u00e0 sociale” associata a una diagnosi “in area psicosi”) io non esito a suggerire se le circostanze lo permettono, e appunto :\u00a0 “come extrema ratio”, persino l\u2019espatrio. Con pazienza e organizzazione si possono fare cose che sembrano impossibili<\/span>…San Marino, la Svizzera o un paese Ue \u201cnon sono la prima scelta\u201d da fare in questi casi, ma potrebbero comunque ( a seconda dei casi) essere “una scelta da considerare” se l’alternativa \u00e8 subire “tutto un assedio”, ovviamente dopo l’aver esaurito le altre possibilit\u00e0, primo la consultazione di associazioni e collettivi, secondo la consultazione di avvocati, etc.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

La soluzione migliore, e \u201cbuona per tutti i casi\u201d anche se molto generica, rimane quella di Kant: <\/span>\u201cAbbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza!\u201d. Della tua. Non di ci\u00f2 che dicono gli altri.\u00a0<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Note:<\/b><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

(1) https:\/\/it.wikipedia.org\/wiki\/Esperimento_Rosenhan<\/a><\/i><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

(2) per essere esatti dovrei parlare di realt\u00e0 al plurale, come vedremo in seguito.<\/i><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

(3) Oltre ai dubbi gi\u00e0 espressi da Basaglia, recentemente abbiamo le critiche al DSM espresse dal Pietro Cipriano. Si veda P.Cipriano \u201cIl manicomio chimico\u201d ed El\u00e9uthera, Milano 2015 , e P.Cipriano \u201cLa societ\u00e0 dei devianti\u201d ed El\u00e9uthera, Milano 2016<\/i><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

(4) Carl Gustav Jung, Introduzione alla psicologia analitica, Universale Bollati Boringhieri editore, Torino 2000, pag. 149<\/i><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

(5) W Reich La rivoluzione sessuale. Massari editore, 1992, Bolsena (VT), pag. 74<\/i><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

<\/a> (6) si veda Leary Timothy \u201cHigh Priest\u201d, ed. New American Library, New York 1968<\/i><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

(7) si vedano i saggi \u201cCondotte perturbate\u201d e \u201cCrimini di pace\u201d in Basaglia Franco, L\u2019Utopia della realt\u00e0, Enaudi 2005<\/i><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

<\/a> (8)Szasz <\/span>T. <\/span>Schizofrenia: simbolo sacro della psichiatria, Roma: Armando, 1984<\/i><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

(9) Abatangelo <\/span>Pasquale, <\/span>Correvo pensando ad Anna, Edizioni DEA, Firenze 2017 pag. 261<\/i><\/span><\/span><\/span><\/p>\n"}