{"version":"1.0","provider_name":"corsivimistiallabrace","provider_url":"http:\/\/corsivimistiallabrace.wordpress.com","author_name":"vostroaffezionatissimo","author_url":"https:\/\/corsivimistiallabrace.wordpress.com\/author\/vostroaffezionatissimo\/","title":"Che cos’\u00e8 il carcere.","type":"link","html":"\n
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(La scomparsa del Salvatore Ricciardi nella primavera del 2020 \u00e8 stata una perdita inestimabile per la coscienza morale e civile dell\u2019Europa, il meno che si possa fare \u00e8 mantenere vivo il dibattito sulle sue idee. La recensione che segue \u00e8 stata gi\u00e0 da me, pubblicata altrove, molto tempo fa, tuttavia mantiene tutta la sua attualit\u00e0)<\/em><\/figcaption><\/figure>\n\n\n\n

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Ci sono molte esperienze, in vario grado \u201cincomunicabili\u201d, ossia esperienze che non possono essere efficacemente descritte a chi non le ha provate. L\u2019esperienza della detenzione \u00e8 tra queste. Salvatore Ricciardi, il quale \u00e8 passato attraverso numerose esperienze di lotta per approdare alle Brigate Rosse e per sopravvivere a una lunghissima detenzione senza mai pentirsi n\u00e8 dissociarsi, nella sua opera \u201cCos\u2019\u00e8 il carcere. Vademecum di resistenza\u201d(1), prova a fornire una descrizione del carcere e contemporaneamente a dare a chi legge qualche idea su come sopravvivere psicologicamente a questa esperienza. Lo fa partendo dal suo \u201critornare\u201d al carcere da libero, chiedendosi esplicitamente quali siano le ragioni di questo ritorno. Domanda che trover\u00e0 una sua compiuta risposta solo alla fine del libro, tra descrizioni di esperienze personali dell\u2019autore, citazioni di opere di altri, e lettere dal carcere, di ieri e di oggi.<\/p>\n\n\n\n

L\u2019opera procede in modo assolutamente non lineare, alternando analisi, riflessioni, ricordi su temi e \u201csu piani\u201d diversi. Diversi temi ricorrono ciclicamente, vengono proposti per poi venire momentaneamente accantonati solo per ritornare \u201campliando il discorso\u201d. Si potrebbe, con una certa libert\u00e0 descrittiva, paragonare la scrittura del Ricciardi in questo testo, alle opere liriche di Wagner, con leit-motiv che ritornano, ampliati, in chiavi diverse etc.<\/p>\n\n\n\n

L\u2019autore al principio analizza la sofferenza e la nozione di \u201caccettabilit\u00e0\u201d di una sofferenza: \u201cQuanto sia <<accettabile>> una sofferenza lo pu\u00f2 decidere solo chi la subisce; ciascuno ha il suo limite che non \u00e8 misurabile.\u201d (2). Un nodo fondamentale \u00e8 quello del concetto di tempo, il tempo ha una sua dimensione storica che deve far riflettere sulla transitoriet\u00e0 stessa del carcere, ma che per il soggetto che \u00e8 detenuto \u00e8 sperimentato come immobile, anche se si possono individuare dei momenti particolari come ad es. Il momento dell\u2019arresto. Di qui anche il tema del ritorno al carcere: \u201cCi torni [in carcere] perch\u00e8 quando ne hai fatta tanta di galera, e le sei stato ostile, tra te e lei si \u00e8 aperto uno scontro mortale: o tu o lei. E\u2019 una sfida che riguarda tutti i <<bravi ragazzi>> [termine del gergo carcerario che l\u2019autore spiega come definente i detenuti solidali e ostili al carcere] e termina solo con la morte di una dei due.\u201d (3). Un certo spazio \u00e8 dedicato alle sensazioni fisiche, sapore, odori etc. Alla presenza degli altri, all\u2019udito, alla cura di s\u00e8 che pi\u00f9 avanti nel libro viene quasi presentata come uno strumento di sopravvivenza. \u201cMa qui, in galera, ogni sensazione si tinge di colori forti. Gli stessi colori del ferro delle sbarre e della porta blindata\u201d(4). In carcere, anche se vivi in mezzo agli altri, sei solo. Solo partendo da questo si pu\u00f2 esaminare le relazioni tra detenuti.<\/p>\n\n\n\n

\u201cL\u2019unica cura \u00e8 ancorarsi alla concretezza dell\u2019odio verso il carcere pensando, progettando e producendo rivolte o evasioni. E\u2019 l\u2019unico modo per restare sani, per evitare di essere stritolati dalla galera.\u201d(5). Anche di qui l\u2019esame del carcere procede su diversi piani, tra l\u2019esame del suo ruolo sociale, i rapporti con il mondo \u201cproduttivo\u201d, e di nuovo si affronta da pi\u00f9 \u201cprospettive\u201d il problema del tempo e dei metodi per sopravvivere all\u2019immobilit\u00e0 di questo in carcere: \u201cIl tempo lo prende in consegna il carceriere\u201d(6). E\u2019 solo quando nel carcere scoppia una rivolta che il detenuto vive un tempo analogo a quello dei non-detenuti.<\/p>\n\n\n\n

L\u2019identit\u00e0 soggettiva \u00e8 data (anche) dalle relazioni; Ricciardi illustra come la detenzione distrugga (almeno in parte) l\u2019identit\u00e0 del soggetto precedente all\u2019esperienza detentiva: \u201cPrima di ogni altra condanna scatta il tempo della degradazione. Prima quella sociale, poi quella individuale\u201d (7). L\u2019autore ritorna poi al rapporto tra il detenuto e il proprio corpo, con uno sguardo quasi da antropologo parla delle auto-mutilazioni, dei tatuaggi, dell\u2019urlo delle rivendicazioni corporee che in carcere diventano dominanti. E riflette (di nuovo) sulla sofferenza: \u201cLa sofferenza divide, non \u00e8 vero che la sofferenza accomuna. Se soffri ti d\u00e0 fastidio qualsiasi presenza, a meno che non sia totalmente dedicata ad accudirti e confortarti per lenire la tua sofferenza\u201d (8).<\/p>\n\n\n\n

Come contrastare l\u2019annientamento? Il metodo implicitamente ed esplicitamente sostenuto dal Ricciardi \u00e8 la rivolta, sia individuale sia soprattutto, collettiva: \u201cQuando il carcerato cessa di essere ripiegato su s\u00e9 stesso e, insieme ad altri, combatte la sofferenza che lo isola, inizia un percorso collettivo di contrasto all\u2019annientamento\u201d (9). Poi esistono metodi secondari e piccole regole.<\/p>\n\n\n\n

Ci sono differenze tra carcere e carcere: \u201cL\u2019obbiettivo per\u00f2 \u00e8 lo stesso: debilitare il corpo per sottomettere la volont\u00e0\u201d(10). Questo viene perseguito in vari modi ma \u201canche Gramsci nelle sue lettere dal carcere annotava che il sistema carcerario <<manifesta la sua crudelt\u00e0 non in efferatezze o sadismi, bens\u00ec nel tran-tran burocratico della detenzione, delle piccole vessazioni…>>\u201d (11).<\/p>\n\n\n\n

Un\u2019altro elemento importante dell\u2019esperienza detentiva \u00e8 l\u2019assenza di comunicazione da parte dei detenuti soprattutto verso l\u2019esterno del carcere. E\u2019 il carcere invece che si espande verso l\u2019esterno, mentre una forma molto crudele di tortura carceraria \u00e8 la \u201cdeprivazione sensoriale\u201d impiegata nell\u2019ex Germania Ovest.<\/p>\n\n\n\n

Il carcere \u00e8 uno strumento unicamente repressivo, mai per\u00f2 separato dal resto dello \u201csfruttamento produttivo\u201d. Conclude il volume un dizionarietto dei termini del gergo carcerario, ma prima di questo, come conlusione, riporto le parole dell\u2019autore che chiudono l\u2019opera: \u201cOra ho capito il vero motivo di questo ritorno. Sono tornato in carcere per sentire di nuovo il sapore acre dell\u2019odio verso la galera, per esserne di nuovo contagiato, non per portarlo via. [….] Sentirsi liberi di <<sciegliere>> di poter odiare il carcere, e la struttura sociale che lo produce e lo riproduce, \u00e8 parte fondamentale della lotta per la libert\u00e0 […..] L\u2019odio verso il carcere ci aiuta a individuare i veri nemici e lottarci contro. La battaglia contro il carcere va intensificata con la convinzione che stavolta non siano i detenuti a soccombere ma il carcere. Che finisca! Che venga abolito![…]\u201d(12)<\/p>\n\n\n\n



(1) Salvatore Ricciardi, Cos\u2019\u00e8 il carcere. Vademecum di resistenza, ed. DeriveApprodi, Roma 2015
(2) Salvatore Ricciardi, op.cit. Pag. 13
(3) Salvatore Ricciardi, op.cit. Pag. 19
(4) Salvatore Ricciardi, op.cit. Pag. 28-29
(5) Salvatore Ricciardi, op.cit. Pag. 39
(6) Salvatore Ricciardi, op.cit. Pag.48
(7) Salvatore Ricciardi, op.cit. Pag. 54
(8) Salvatore Ricciardi, op.cit. Pag. 60
(9) Salvatore Ricciardi, op.cit. Pag.69
(10) Salvatore Ricciardi, op.cit. Pag. 76
(11) Salvatore Ricciardi, op.cit. Pag. 81
(12) Salvatore Ricciardi, op.cit. Pag.97<\/p>\n","thumbnail_url":"https:\/\/corsivimistiallabrace.files.wordpress.com\/2020\/11\/th_1dd1d6fe940b0becc9a0299f6069644e_carcere_vademecum.jpg?fit=440%2C330","thumbnail_width":214,"thumbnail_height":330}